Con il nome generico di “fibre tessili” sono indicati tutti quei prodotti fibrosi, di origine naturale o artificiale che possono essere trasformati in filati e in tessuti.
La possibilità d’uso di una materia fibrosa per scopi tessili presuppone la coesistenza, in una certa misura, di alcune proprietà della fibra, quali: lunghezza, finezza, resistenza, flessibilità, ecc.
Nell’ambito della nostra azienda vengono usati prevalentemente:
– tessuti con fibre di cotone;
– tessuti con fibre di poliestere.
La fibra
La fibra di poliestere
E’ una fibra sintetica ottenuta da composti chimici di sintesi derivati dal petrolio e ridotti in filamenti più o meno lunghi.
E’ entrata in commercio dopo il 1940 e si è subito affermate per la sua possibilità di dare prodotti con una vasta gamma di proprietà, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. In genere, per la confezione di abbigliamento, queste fibre vengono mescolate con quelle naturali, come il cotone, ottenendo tessuti morbidi, ingualcibili e molto resistenti.
Sono flessibili, leggeri e molto resistenti. Non assorbono l’umidità e trattengono il calore del corpo, pertanto non sono adatti alla confezione di capi estivi se non in mescola con altre fibre naturali. Non si restringono, non si stropicciano e mantengono la pieghettatura a macchina, evitando la stiratura. Si tingono bene.
Il tessuto di poliestere si ricava tessendo filati di poliestere ricavati da composti chimici di sintesi derivati dal petrolio ottenute attraverso processi derivanti dall’industria chimica.
La fibra di cotone
E’ una fibra vegetale ottenuta dalle capsule mature della pianta del cotone. La pianta è formata da un arbusto alto circa 40 cm, con foglie e fiori di colore rosso o giallo. Quando il fiore viene fecondato, perde i petali e in 25 giorni cresce una capsula circondata da una foglia chiamata brattea. La capsula è sostenuta da un calice ed ha una forma a goccia tondeggiante nell’estremità inferiore. All’interno della capsula ci sono da 5 ad 8 semi su cui si sviluppa la fibra. Quando la capsula è matura si apre in 4 parti mostrando il batuffolo di cotone. La prima operazione dopo la raccolta è la sgranatura, che permette di staccare le fibre dai semi. Poi il cotone viene cardato e pettinato in modo da eliminare tutte le impurità. La lunghezza delle fibre di cotone è molto importante commercialmente, perché si ottengono filati tanto più pregiati quanto più la fibra è lunga.
Composto per il 95% di cellulosa, il cotone è leggero, morbido ed assorbente. La fibra di cotone, non si usura ma si strappa; è poco elastica e pertanto si sgualcisce. I lavaggi frequenti e l’esposizione al sole tendono a scolorire i tessuti di cotone. I tessuti di cotone si usano nella confezione di biancheria per la casa e di capi di abbigliamento estivo.
Il cotone è stata la fibra naturale più importante del ventesimo secolo.
La produzione è distribuita in tutto il mondo: oggi il cotone è coltivato in più di cento paesi; quattro economie da sole e cioè Cina, Stati Uniti, India e Pakistan, concorrono ai 2/3 della produzione totale, se aggiungiamo Uzbekistan e Egitto, sei paesi producono i 4/5 del cotone mondiale.
Il cotone si otteneva in passato mediante lavorazione con strumenti di legno o a mano, dopo aver preso la capsula del cotone dalla pianta omonima si ricavava un “gomitolo” di filamenti che veniva trattato e lavorato prima di essere inviato alle industrie tessili. Ora invece il processo è stato totalmente industrializzato.
I capi di cotone bianco si lavano preferibilmente a 60°, (in caso di necessità per motivi igienici si può arrivare a 90° i tessuti colorati a temperature più basse). Il cotone può essere lavato a mano o in lavatrice senza particolari problemi in quanto allo stato umido migliora la sua resistenza; occorre evitare l’asciugatura alla luce diretta del sole perché indebolisce e ingiallisce la fibra.
Il tessuto di cotone si ricava tessendo filati di cotone.
Il filato
Il filato è l’insieme di fibre tessili tenute assieme da una torsione a formare un filo. La torsione può essere destra oppure sinistra. La torsione è destra quando le fibre sono disposte in spire che salgono verso destra; sinistra quando le spire salgono verso sinistra.
Il processo per ottenere un filato è la filatura, per cui occorre preparare la fibra tessile attraverso operazioni di cardatura e pettinatura, che servono a districare e rendere parallele le fibre e disporle prima in nastro cardato e poi stoppino.
Il tessuto
Un tessuto è un manufatto a superficie piana, sottile e flessibile realizzato tramite un intreccio di fili perpendicolari tra di loro; l’operazione necessaria per realizzarlo si chiama tessitura.
È costituito da due elementi: l’ordito o catena, ossia l’insieme di fili tesi sul telaio, e la trama, unico filo che percorre da una parte all’altra l’ordito.
I tessuti del neolitico erano confezionati con lino o altre fibre vegetali, con l’introduzione dell’allevamento si cominciarono ad utilizzare fibre animali come la lana e la seta, l’industria chimica ha prodotto molte fibre artificiali che con la loro economicità e facilità di produzione hanno invaso il mercato riducendo l’utilizzo delle fibre naturali.
Gli intrecci o armature fondamentali sono tre:
tela: è un intreccio semplice che si presenta identico su entrambe le facce.
saia o diagonale: intreccio con nervature oblique.
raso: presenta un aspetto uniforme, lucido sulla faccia ordito e opaco sulla faccia trama.
La scrittura di un’armatura si chiama messa in carta.
Il bordo di un tessuto (i margini destro e sinistro dell’ordito) si chiama cimossa (cimosa) o vivagno. Viene irrobustito raddoppiando i fili, se porta parole o scritte (produttore, marchio) tessute o stampate si chiama cimosa parlante.
Il termine tecnico che indica la sensazione al tatto data da un tessuto si chiama mano, definisce la caratteristica di morbidezza, calore, rigidità, compattezza, pelosità, scorrevolezza, che la mano sente toccandolo. La ‘”mano”‘ può essere: soffice, increspata, voluminosa, dolce, liscia, pesante, pastosa, granulosa, molle, secca, dura, fine, serica, gonfia, scattante, ruvida, ondulata, rustica, levigata, sostenuta.
Per ottenere effetti particolari, i tessuti, quando si tolgono dal telaio, subiscono lavorazioni supplementari di rifinitura, dette finissaggio, che conferiscono l’aspetto e le caratteristiche necessarie (es. il fustagno viene smerigliato).
I tessuti maggiormente utilizzati nella nostra azienda sono di seguito indicati.
Il fustagno
Il fustagno è un tessuto resistente con armatura a saia. Anticamente era realizzato con un ordito in lino e la trama in cotone, oggi interamente in cotone.
Le sue caratteristiche sono la robustezza e resistenza (per i materiali usati) unite alla morbidezza (per l’armatura a saia) e alla mano scamosciata (per il finissaggio ottenuto con la smerigliatura), che gli dà l’aspetto vellutato.
Adatto alla confezione di abbigliamento invernale maschile da lavoro.
Il tessuto massaua
Il nome deriva dal porto eritreo di Massaua, importante snodo commerciale e di lavorazione del cotone Zimbabwe (coltivato con tecniche tradizionali e naturali), che dà vita all’omonima tela Massaua. Un tempo utilizzata per le uniformi coloniali o come abbigliamento per i pescatori, oggi viene impiegata nell’abbigliamento da lavoro.
Nell’ambito dell’abbigliamento tecnico-professionale questo tessuto viene spesso sottoposto ad un processo di sanforizzazione, trattamento di finissaggio tessile effettuato in pezza allo scopo di incrementare la stabilità dimensionale del tessuto al lavaggio.
Un capo sanforizzato quando verrà lavato, subirà un accorciamento nullo o inferiore rispetto ad un altro non sottoposto al trattamento.
Il tessuto tela
La tela è il modo più semplice con cui si possono intrecciare i fili di trama e ordito per costruire un tessuto.
L’armatura tela è la prima delle armature base; si presenta uguale sul diritto e sul rovescio, richiede il numero minimo di due licci.
I fili di ordito (verticali) sono divisi in due serie: quelli pari e quelli dispari. Aprendo le due serie, una in alto e l’altra in basso, si ottiene un varco, che si chiama passo, in cui si inserisce il filo di trama (orizzontale). Con lo scambio di posto delle serie (quella che era in alto va in basso e viceversa) si ottiene un incrocio che blocca il filo di trama; questo deve essere battuto, cioè schiacciato, contro la trama precedente andando a costituire il tessuto.
Il tessuto gabardine
La gabardine (termine in francese maggiormente usato) o gabardina è un tessuto in filato pettinato in tinta unita, di un certo peso e mano asciutta.
L’origine del nome viene fatta risalire a un mantello di lana in uso in Francia nel Rinascimento o al termine spagnolo usato circa nello stesso periodo per indicare la tuta degli operai.
Si ottiene con una armatura a saia, che crea una diagonale. Quella della gabardina è molto inclinata, i fili di ordito hanno una densità doppia rispetto a quelli della trama, sono molto sottili e molto ritorti. Il risultato è un tessuto con dominante d’ordito, molto chiuso e compatto ma adattabile, con superficie rasata, segnata da costine ben inclinate, più evidenti sul diritto. La rigatura sottile e inclinata, l’aspetto ben finito e un po’ lucido, la mano fine e asciutta, ne fanno un tessuto elegante, adatto a tagli di sartoria.
Adatto all’abbigliamento, sia maschile che femminile, si utilizza per pantaloni, abiti, gonne, giacche e soprattutto per gli impermeabili. A secondo del materiale usato e al peso del filato produce capi adatti al periodo estivo o invernale.
L’impermeabile trench, reso famoso da attori come Humphrey Bogart, è realizzato in gabardina.
Il tessuto popeline
Il popeline è un leggero tessuto di cotone di mano fresca e asciutta, lucido, compatto anche se morbido.
Il nome viene dal francese (pronuncia popelin), in origine indicava un tessuto in lana fine il cui uso era destinato esclusivamente al papa.
Oggi è un tessuto molto compatto e resistente pur se finissimo e leggero, prodotto con diversi filati, cotone, seta e fibre artificiali, spesso in mischia. I filati sono sottilissimi, molto ritorti, mercerizzati, quindi danno come risultato un tessuto fresco, per assenza di peluria, e liscio.
Ad armatura tela è caratterizzato da fili di ordito molto ritorti e con un titolo più alto (cioè più sottili), la riduzione dell’ordito maggiore, spesso doppia, di quella di trama ne fa un reps, variante dell’armatura tela con dominante d’ordito, che presenta una leggera rigatura orizzontale.
Adatto all’abbigliamento e alla biancheria è il tessuto principe per la confezione di camicie da uomo.
Un tempo bianco, poi di colori pastello, per seguire le esigenze della moda viene prodotto anche in colori brillanti.
Il tessuto piquè
Il piqué (talvolta italianizzato in picchè) è un tessuto di cotone con piccoli motivi in rilievo, rombi, quadrati, puntolini, generalmente bianco.
Tessuto composto necessita per l’armatura di due orditi (uno di fondo teso e uno supplementare lento) e per la tessitura di due trame (una per il fondo e una per l’imbottitura). I fili dell’ordito di fondo, con la maggiore tensione fanno abbassare i fili della trama, quando ci passano davanti, formando una depressione mentre i fili lenti rimangono in superficie creando il rilievo, si forma così l’effetto trapuntato esaltato dalla trama d’imbottitura di filato più soffice.
Ne risulta un tessuto operato, morbido e fresco, tradizionalmente bianco o di colori chiari.
Le versioni leggere, molto fresche, si usano per l’abbigliamento estivo, soprattutto per le polo e giacche.